Una parola chiave di questo nuovo millennio è design.
Nel ventunesimo secolo infatti il termine “design”, sempre più insito e comune nel nostro linguaggio, deve creare prima di tutto esperienze più che beni. La parola “esperienza” è un termine utilizzato per indicare situazioni vissute nel quotidiano da ogni singolo individuo, dove maggiore è la sua qualità e maggiore è il suo valore.
Il compito di ogni designer è quello offrire al cliente esperienze che soddisfino i suoi bisogni e i suoi desideri. Nasce così l’economia dell’esperienza, dove il focus passa da un’economia di prodotto ad un’economia basata sulle emozioni e sulle esperienze, vale a dire che non è solo il prodotto ad essere venduto, ma anche l’esperienza stessa che ne deriva.
Intelligenza emotiva o cervello cognitivo? L’architettura emozionale del cervello umano presuppone la condizione in cui i sentimenti possono sopraffare la razionalità.
Il design è soprattutto emozione
Il mercato sempre più saturo di prodotti simili, trova la soluzione trasferendo l’attenzione sul consumatore e sul suo desiderio di appagamento nell’utilizzo del prodotto stesso.
L’economia esperienziale è concepita come un processo che coinvolge a 360 gradi l’utente e gli elementi del mondo che lo circondano, tramite esperienze sensoriali (sense), stati d’animo e sentimenti (feel) associati al bene o al servizio, stimoli collegati all’intelletto e alla capacità di risolvere i problemi (think), inviti all’azione e all’interazione (act) e relazioni dell’individuo con altre culture oltre che con se stesso (relate). Di conseguenza, il consumatore diventa protagonista indispensabile all’alba di questo nuovo millennio, prendendo parte attiva e diretta: da semplice consumatore a consumAttore.
Oggi le persone vogliono e ricercano esperienze che migliorano la vita. In questa nuova era del consumatore, i grandi brand – Apple, McDonald’s, Google, Ikea e così via – mettono la persona al centro di tutto con i suoi bisogni e le sue aspettative, si collocano attorno l’attributo del valore, chiave di volta del successo. Il design è qualità, la qualità è valore.
Il marketing esperienziale è un valore aggiunto per il brand che il consumatore può vivere dopo aver acquistato il prodotto.
emo❤tional design
Gli utenti che entrano in contatto con un prodotto o un servizio dal design sicuro e funzionale, raccontano la loro esperienza positiva incoraggiando così il pubblico a provarlo. Noi umani siamo esseri complessi e dalle diverse personalità, quindi può essere difficile progettare qualcosa che possa rivolgersi alle più disparate prospettive.
La parte più ardua è saper catturare i bisogni soggettivi ed emozionali dei consumatori e conciliare le varie soluzioni producendo un design attraente ma semplice. Il designer deve progettare con e per la gente, ricercando e prendendo in considerazione tutti quei principi base dell’emotional design, prestando l’attenzione ai bisogni, ai desideri e ai limiti dell’utente.
Per approfondire
“Emotional Design: Why We Love (or Hate) Everyday Things” di Donald A. Norman
“La caffettiera del masochista. Il design degli oggetti quotidiani” di Donald A. Norman